Con lo smart working, lavoro agile o lavoro a distanza, si è riscontrata una netta riduzione delle emissioni di CO2. Questo proprio perché i lavoratori non si sono più dovuti spostare da casa verso il luogo di lavoro e viceversa con i propri mezzi privati.

Lo smart working per un mondo più pulito

Da un certo punto di vista, dunque, lo smart working è un’occasione da non perdere per ristabilire il benessere (seppur in parte) del nostro pianeta. Marina Penna dell’Unità Studi, Valutazioni e Analisi di ENEA ha dichiarato che basterebbe anche un solo giorno di smart working a settimana per i tre quarti dei lavoratori pubblici e privati che utilizzano l’automobile per ridurre del 20% il numero di km percorsi in un anno.

Questo comporterebbe un risparmio di circa 950 tonnellate di combustibile ed una riduzione di oltre 2,8 milioni di tonnellate di CO2, di 550 tonnellate di polveri sottili e di 8000 tonnellate di ossidi di azoto. Esempio significativo è quello di Roma che, nei 2 mesi di emergenza, ha ottenuto come risultato una riduzione di emissioni di CO2 di 8000 tonnellate.

Se dunque si continuasse ad incentivare questa modalità di lavoro, i vantaggi in termini di benessere sarebbero numerosi per tutta la collettività ed anche e soprattutto per l’ambiente. Per non parlare dei vantaggi “personali” insiti nello smart working per lavoratori e aziende/datori di lavoro.

In smart working è più facile conciliare lavoro e vita privata

I lavoratori hanno potuto constatare che in smart working è più facile conciliare lavoro e vita privata, non hanno dovuto sopportare le lunghe code imbottigliati nel traffico e sono dunque stati meno stressati. Anche perché hanno potuto organizzare meglio il lavoro da svolgere, essendo lo smart working flessibile anche per quanto riguarda gli orari.

Le aziende, d’altro canto, hanno ridotto i propri costi per la tenuta degli spazi fisici e riscontrato un miglioramento nella produttività generale dei propri dipendenti.