Quando si fa la spesa, si può acquistare il sacchetto, che secondo la normativa europea EN13432, deve essere in plastica completamente biodegradabile e compostabile questo per evitare errori nella differenziata e soprattutto che non venga ritirato il sacchetto.

Per risparmiare e per evitare un uso eccessivo di questi sacchetti, il consiglio è quello di portare da casa delle buste di cartone oppure in stoffa, riutilizzabili, e ricorrere all’acquisto dei sacchetti solo quando si è sprovvisti di un’altra busta in cui riporre la spesa.

Anche quando si acquistano frutta e verdura, il sacchetto biodegradabile si paga a parte oppure si può portare da casa uno che possa contenere gli alimenti (risparmiando sulla spesa del sacchetto).

I sacchetti per la spesa, essendo biodegradabili devono essere gettati nell’umido della raccolta differenziata.

Ma questi sacchetti possono essere riutilizzati per la differenziata?

Bisogna infatti sapere che non tutti i sacchetti vanno bene per contenere i rifiuti organici (perché non sono biodegradabili e compostabili).

Si tratta dei sacchetti in plastica normale (Polietilene PE), quelli in plastica leggera e quelli con diciture generiche come:

“Biodegradabile entro 3-5 anni” o “in tempi medio-lunghi”
“Biodegradabile secondo il metodo UNI EN ISO 14855”
“ECM biodegradabile”
“D2W®”
“oxobiodegradabile” o “oxodegradabile”

Infatti un sacchetto adatto alla raccolta dell’umido deve essere, oltre che biodegradabile, anche compostabile, ovvero deve potersi trasformare in compost nello stesso arco di tempo in cui si degraderebbe il suo contenuto (massimo 3 mesi).

Quindi deve contenere uno di questi marchi: “Mater-Bi”, “Certiquality compostabile”, “DIN”, “Ok compost” e così via, e la dicitura che dichiari la conformità ad una specifica norma: la UNI EN 13432-2002.

A questo punto i sacchetti compostabili possono essere utilizzati per la raccolta dell’umido ma non saranno adatti per altri tipi di raccolta differenziata.

Discorso a parte per i sacchetti biodegradabili per imballare frutta e verdura che invece possono essere riutilizzati per la raccolta differenziata dell’umido, a patto che venga tolta l’etichetta.
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