Arriva l’estate, il caldo e la voglia di avere un po’ di fresco e refrigerio: soprattutto i bambini hanno bisogno di questo e di divertirsi.

Quando si può andare al mare questo è sempre da preferire, per fare in modo che non abbiano paura dell’acqua e che imparino a nuotare.

Ma quando questo non è possibile, cosa fare?

Si può andare in una piscina privata o comunale oppure si possono acquistare delle piscine di gomma per i propri bambini.

Le piscine possono essere un ottimo investimento da fare perché qui si potranno divertire quando non si può andare al mare.

Di solito si preferiscono le piscine di gomma che sono facili da utilizzare, perché basta gonfiarle e non c’è bisogno di un quantitativo di acqua troppo dispendioso.

Ne esistono di diversi modelli e diverse dimensioni ma sicuramente il risultato sarà lo stesso: soprattutto per i bambini più piccoli il divertimento è assicurato a suon di schizzi e gavettoni.

Sono facili da riempire e svuotare, assicurano il divertimento, si gonfiano in poco tempo però hanno un difetto: molto spesso le piscine di gomma per i bambini si rompono facilmente.

Basta una pietra oppure una scheggia di legno o qualcos’altro per forarle.

A quel punto andranno gettate, ma dove?

Le piscine per i bambini sono da conferire nei rifiuti dell’indifferenziato, infatti rientrano nei rifiuti di plastica non riciclabile insieme ad altri oggetti e strumenti di tipo comune. Quindi evitiamo di fare errori nella differenziata e gettarla in un posto sbagliato.

Se si tratta di una piscina molto ingombrante, andrà portata nel centro di raccolta più vicino e qui la smaltiranno nel modo più opportuno.

Allo stesso modo, anche altri oggetti della stessa tipologia andranno smaltiti nel secco residuo/indifferenziato o portati all’Ecocetro: si tratta di salvagenti o braccioli ad esempio.

Proprio perché la raccolta della plastica è limitata ai soli imballaggi.
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