Fra le tante cattive abitudini che inquinano l’ambiente, molte persone hanno quella di gettare l’olio esausto nel water o nello scarico del lavandino.

Apparentemente potrebbe sembrare un gesto innocuo o addirittura spontaneo ma non c’è nulla di più sbagliato.

Infatti, l’olio esausto, ovvero quello utilizzato per cucinare o per friggere, non è biodegradabile ed è per questo che deve essere smaltito nel modo più opportuno proprio per evitare di inquinare soprattutto le acque.

Anche perché, ogni cittadino produce in media circa 5 kg di olio esausto all’anno e più della metà di questo non viene recuperato o smaltito correttamente.

Dal momento che siamo già sulla strada più sbagliata, sarebbe ancora più catastrofico se tutti questi 5 kg per persona di olio esausto venissero smaltiti in maniera sbagliata.

Proprio per questo, è meglio essere consapevoli di ciò che si fa; purtroppo, in materia di smaltimento dei rifiuti e di ecologia c’è ancora molta ignoranza.

Il problema si può risolvere comprendendo come smaltire correttamente l’olio esausto, in questo caso.

Infatti, non solo si inquina smaltendolo nel water o nel lavello, ma si danneggiano anche le tubature.

Ed è proprio tramite queste che l’olio può raggiungere le falde acquifere ed inquinare, oltre che causare problemi ai sistemi di depurazione delle acque.

Quindi, dove gettare l’olio esausto?

Il metodo più veloce per conferire questo rifiuto sta nel raccogliere tutto l’olio esausto in un contenitore di plastica e portarlo poi presso l’isola ecologica del Comune di appartenenza.

Questa è una soluzione semplice e civica, oltre che rispettosa dell’ambiente. Oppure si può riciclare l’olio, filtrandolo dalle sue impurità, ed utilizzarlo come sapone.

Anche perché, lo stesso olio non potrà essere riutilizzato ancora per cucinare o friggere proprio perché sarà diventato tossico per la salute già dopo il suo primo utilizzo.