L’olio esausto, come sappiamo, va riciclato nel migliore dei modi. Ci sono alcuni oli che possiamo riciclare. È bene informarsi su come riciclare al meglio l’olio esausto: se ne abbiamo in casa, non dobbiamo assolutamente gettarlo nel lavandino oppure nello scarico del water. Quali sono le scelte a nostra disposizione? Che cosa fare?

Olio esausto: ce ne sono alcuni da riciclare?

Riciclare l’olio della frittura e non solo è importante. Gli oli esausti si suddividono in tre categorie precise: oli chiari, oli scuri e oli esausti solubili. L’olio chiaro tendenzialmente proviene dalle industrie, mentre gli oli esausti solubili sono quelli vegetali che utilizziamo per la frittura casalinga. Gli oli scuri, invece, sono i residui delle macchine; al loro interno contengono metalli e residui di combustione. Inoltre, sono anche ossidati.

Nel caso in cui l’olio raccolto venga definito riutilizzabile – tuttavia non più rigenerabile – sarà portato nei cementifici e sarà sottoposto al processo di combustione. Un altro processo di recupero molto importante è la rigenerazione. Gli oli non più riutilizzabili invece sono portati agli impianti di trattamento.

L’inquinamento da olio: come prevenirlo?

Come conservare l’olio domestico? È possibile infatti avere in casa dei contenitori per conservare l’olio esausto, ovvero l’olio della frittura che non è più utilizzabile. Nel momento in cui vorremo smaltirlo, possiamo portarlo dai benzinai che si occupano del ritiro degli oli esausti oppure nelle isole ecologiche. Nel settore della ristorazione, i ristoratori sono invece supportati dal Conoe, ovvero il Consorzio Nazionale di Raccolta e Trattamento Oli e Grassi Vegetali e Animali Esausti.

Dobbiamo capire che le nostre scelte hanno purtroppo avuto delle conseguenze piuttosto serie per il pianeta. Dall’inquinamento della plastica all’erosione delle coste, riuscire a fare la differenza è molto importante. Facciamo dunque la scelta migliore e cerchiamo di salvaguardare il nostro pianeta; ogni piccolo passo è importante.