Le spiagge libere sono ogni anno invase da milioni di rifiuti, soprattutto plastica, infatti si stima che ci siano più di 8 milioni di tonnellate di rifiuti, grandi ma anche microscopici (le cosiddette microplastiche), intrappolati nelle acque del mare e degli oceani. Insieme alla plastica l’altro rifiuto che abbonda sulle nostre spiagge sono i mozziconi di sigaretta.

Molte volte questi rifiuti vengono abbandonati in spiaggia e poi finiscono in acqua trascinati dalle maree, dal vento o da altri eventi naturali (oppure semplicemente i rifiuti e la plastica vengono gettati in acqua direttamente).

Il problema principale sono appunto le microplastiche che rimangono nell’ambiente per diversi anni e che si è stimato arrivino addirittura nello stomaco dell’uomo quando compie semplici azioni quotidiane come bere acqua del rubinetto, mangiare molluschi o bere birra.

Questo succede perché le microplastiche si confondono con il plancton di cui si nutrono i pesci e da qui arrivano al corpo dell’uomo. Sono molto pericolose anche per gli animali che inconsapevolmente se ne cibano e che sempre più spesso vengono trovati morti su qualche spiaggia del mondo con lo stomaco pieno di plastica.

Proprio per limitare i rifiuti costituiti da plastica, la scorsa estate sono state emesse delle ordinanze (ad esempio in Puglia) che vietavano l’utilizzo della plastica in spiaggia (compresi contenitori, posate o utensili vari). Ad aggravare la situazione quest’anno invece, ci si mettono mascherine e guanti che il più delle volte vengono gettati (in maniera del tutto sbagliata) a terra o in spiaggia, arrivando persino in mare.

Per questo sono partite diverse campagne per sensibilizzare i cittadini e fare in modo che questi oggetti che oggi per via dell’emergenza Coronavirus stanno diventando di uso quotidiano, vengano smaltiti in maniera corretta dopo l’utilizzo. Ogni mascherina ha infatti un peso significativo (circa 4 grammi) e, dato che oggi giorno tutti sono obbligati ad utilizzarle, anche solo il comportamento sbagliato dell’1% della popolazione comporterebbe la dispersione di un quantitativo troppo elevato di plastica nell’ambiente.