Cosa sono le microplastiche e come si formano? Come suggerisce il nome, si tratta di plastica delle dimensioni microscopiche, dispersa nei mari del mondo.

Le plastiche più grandi, si frantumano in pezzi più piccoli per via delle onde, dell’attrito con le rocce, dell’azione dei raggi solari. La plastica più grande, non essendo biodegradabile, prima si raggruppa in pezzi e poi si sbriciola man mano, sprigionando diverse particelle.

La pericolosità delle microplastiche

Queste microplastiche vengono ingerite da microorganismi che, a loro volta, sono mangiati da predatori sempre più grandi, fino ad arrivare ai pesci che portiamo sulle nostre tavole.

Ovviamente, se si scarta l’apparato digerente del pesce, il problema viene limitato ma, quando si mangia l’animale intero ad esempio molluschi (cozze, vongole, patelle, ostriche) o crostacei (granchi, aragoste, canocchie), stiamo ingerendo anche microplastiche.

Anche il sale e il miele sono alimenti contaminati da microplastiche.

Ancora, le microplastiche arrivano all’uomo non solo con il consumo del pesce ma anche utilizzando creme, scrub e quant’altro che contengono microsfere e chip in polietilene.

Altri prodotti che potrebbero contenerle sono bagnoschiuma e dentifrici.

Tutto ciò è allarmante e proprio per questo motivo, dato che l’Italia è il produttore del 60% del make-up mondiale, sta trovando dei modi per ridurre la plastica nella cosmetica (ad esempio fermando la produzione di cotton fioc per la pulizia delle orecchie) e per eliminare le microplastiche nei cosmetici.

Anche l’abbigliamento non è esente da questo problema: molti capi sintetici sono prodotti con fibre provenienti anche da materiale riciclato (e questa è una buona pratica) ma, dopo diversi lavaggi, questi capi perdono le microfibre che rimangono nell’acqua.

Quindi, i filtri della lavatrice o della lava asciuga, non sono in grado di trattenere questi filamenti sintetici che quindi finiscono in mare
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