L’amianto è un materiale utilizzato per realizzare tetti, strutture coibentate e vasche per la raccolta idrica.

È stato messo al bando in Italia

È stato messo al bando in Italia agli inizi degli anni novanta poiché molti studi ne hanno evidenziato la pericolosità per la salute di lavoratori e civili.

L’inalazione delle fibre di amianto che si disperdono nell’aria quando il materiale subisce rotture oppure lesioni a causa di usura, infatti, espone a gravi malattie respiratorie.

L’amianto può presentarsi in due forme, quella compatta e quella friabile (di cui la prima è meno pericolosa). Nel caso di amianto compatto, c’è l’obbligo di rimuoverlo solo se lo stato di degrado è molto elevato.

Quindi il proprietario dell’immobile avrà l’obbligo di contattare un tecnico abilitato per fare un’ispezione e, successivamente, una ditta specializzata iscritta all’Albo Nazionale Gestori Ambientali per la rimozione.

Per quanto riguarda l’amianto in forma friabile

Per quanto riguarda l’amianto in forma friabile che è più pericoloso per le persone (in quanto le polveri rilasciate nell’aria sono nocive), il proprietario dell’edificio oppure l’amministratore, nel caso di un condominio, è tenuto a comunicare alla Asl di riferimento (L.r. 31.07.2012 n. 14) la presenza di amianto friabile secondo quanto previsto dalla norma di riferimento.

Se non avviene questa comunicazione, si incorre in una sanzione che va da un minimo di 2000 euro ad un massimo di 5000 euro (solo nel caso in cui sia stato avviato un censimento degli edifici da parte della Regione di residenza).

Inoltre, se dal censimento degli edifici avviato dalla Regione emerge che nello stabile è presente amianto, al proprietario verrà inviato dall’Ufficio Ambiente di competenza, un ordine di smaltimento: da questo momento ha 30 giorni di tempo per provvedere.

Le sanzioni in caso di mancato trattamento incapsulante o di omissione di smaltimento, vanno da un minimo di 500 euro ad un massimo di 3500 euro.
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