Friggere è una delle passioni di noi italiani: peperoni, patatine, arancini, pizze fritte, ciambelle e tanto altro…ogni cibo fritto ha quel sapore in più, apprezzato da grandi e piccini.

Cosa fare con l’olio della frittura?

Quando si frigge bisogna inevitabilmente fare i conti con l’olio della frittura che viene prodotto quando si frigge.

L’olio della frittura è uno di quei rifiuti che purtroppo, molto spesso, non viene smaltito correttamente.

Irresponsabilmente, infatti, questo viene spesso gettato nello scarico del lavandino o del wc o, peggio ancora, direttamente in natura (ad esempio nella terra o in acqua).

Questa è una pratica davvero scorretta e pericolosa per la salute del nostro Pianeta e, di conseguenza, anche di noi esseri viventi.

L’olio della frittura è estremamente inquinante e per questo bisogna sapere come e dove smaltirlo correttamente.

A saperlo devono essere non solo coloro che friggono in casa ma anche ristoranti e pizzerie che si trovano, più abitualmente, a fare i conti con questo rifiuto.

Se a dover smaltire l’olio della frittura sono le famiglie, bisogna prima di tutto aspettare che l’olio si raffreddi, quindi raccoglierlo in un apposito contenitore e conferirlo alle isole ecologiche della città o, se previsto, presso i distributori di benzina che lo raccolgono gratuitamente.

Ristoranti, pizzerie o altre attività, invece, devono raccogliere tutto l’olio della frittura da smaltire e contattare un trasportatore autorizzato.

Il Conoe (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti) si occuperà di ritirare questo rifiuto attraverso una propria rete di raccolta.

La legge punisce con una sanzione che va da 270 a 1550 euro coloro che detengono oli e grassi vegetali e animali esausti e non li conferisce al Conoe (direttamente o tramite consegna a soggetti incaricati dal consorzio).

Ristoranti, pizzerie e altre attività possono accumulare rifiuti senza limiti di quantità, ma devono conferirli entro un periodo massimo di 3 mesi.

Possono detenere quantità limitate di rifiuti (non più di 30 metri cubi) per un periodo di tempo maggiore, ma mai superiore a un anno.