La normativa sullo smaltimento dei calcinacci è il decreto legislativo 152 del 3 aprile del 2006: questa fa rientrare i calcinacci fra i rifiuti speciali identificati come materiali inerti che possono essere pericolosi per la salute se non smaltiti nella maniera corretta.

Lo smaltimento dei calcinacci

È dunque molto importante che lo smaltimento dei calcinacci sia fatto legalmente da chi li produce quindi o il singolo cittadino o l’impresa edile che sta effettuando i lavori.

Il singolo cittadino deve portarli presso il centro di raccolta più vicino mentre l’azienda deve smaltirli nel modo più opportuno previsto dalla legge per non incorrere in sanzioni.

Se ci sono dubbi su come fare, si può delegare questo compito ad una ditta specializzata che si occuperà del traporto verso il centro di smaltimento più opportuno o si potrà noleggiare un cassone scarrabile su cui caricare in dei sacchi i calcinacci.

Successivamente un operatore della ditta specializzata provvederà al ritiro e allo smaltimento nei centri di raccolta specializzati.

Il costo dello smaltimento

Il costo dello smaltimento va al metro cubo, dai 15 ai 20 euro, a cui poi vanno aggiunti i soldi del trasporto presso una discarica autorizzata di competenza o la cifra per noleggiare un mezzo (dai 70 ai 120 euro) e l’eventuale spesa per una consulenza.

Il costo potrebbe variare se all’interno dei calcinacci c’è materiale pericoloso come il metallo, e addirittura se c’è amianto, il processo sarà più complesso e ancora più costoso.

Si può comunque richiedere un preventivo ad una ditta specializzata prima di sceglierla.

Ciò che è certo è che smaltire i calcinacci è obbligatorio per legge perché si potrà incorrere in sanzioni anche molto costose se si procederà a smaltirli in maniera illegale (per i privati le multe arrivano fino a 26 mila euro e per le aziende possono anche arrivare a 55 mila euro).

Inoltre è un reato perseguibile penalmente che potrebbe portare alla reclusione fino a tre anni.