Tutte le famiglie sono ormai abituate a fare la raccolta differenziata, il che è di grande aiuto per l’ambiente perché in questo modo non si inquina.

Ma quando si devono smaltire dei rifiuti ingombranti si è sempre un po’ in dubbio su cosa fare.

Ciò che è certo è che questi rifiuti non vanno smaltiti allo stesso modo dei rifiuti comuni né tantomeno vanno abbandonati in strada.

Dove si butta, ad esempio, lo scaldabagno?

È sicuramente un elettrodomestico che tutti hanno in casa e che serve per produrre acqua calda ma può succedere che questo si rompa e debba essere smaltito.

È un rifiuto ingombrante che rientra nei RAEE “rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche” e quindi, è previsto per lo scaldabagno e gli altri rifiuti del genere, uno smaltimento particolare in quanto composti da materiali tossici.

Per smaltire lo scaldabagno, ci sono diverse soluzioni:

consultare sul sito del proprio Comune se è presente il servizio a domicilio per il ritiro dei rifiuti urbani;
portarlo all’isola ecologica più vicina;
se si acquista un nuovo scaldabagno in un negozio, sarà il negoziante a predisporre lo smaltimento del vecchio (questo in virtù del decreto ministeriale 65/2010 che ha introdotto il principio “Uno contro uno”: a fronte di un piccolo eco-contributo RAEE versato dall’utente in fase di acquisto, il commerciante provvede al ritiro e allo smaltimento);
si possono contattare dei tecnici specializzati nella rimozione e nello smaltimento di questo tipo di rifiuti (in questo caso si dovrà pagare per questo servizio).

Come visto, ci sono tante alternative per smaltire al meglio lo scaldabagno senza inquinare l’ambiente e senza incorrere in eventuali sanzioni dovute ad uno smaltimento errato.

Anche in questo caso, come al solito, ci vuole un po’ di buon senso e consapevolezza e sicuramente si effettuerà uno smaltimento corretto di questo elettrodomestico.