Sia per la lotta agli sprechi alimentari e sia per evitare di impattare l’ambiente, è bene sapere come gettare gli alimenti scaduti (e se effettivamente questi debbano essere gettati o possano essere ancora consumati oltre la data di scadenza). Questo anche per evitare di fare errori durante la raccolta differenziata.

La data di scadenza deve essere indicata obbligatoriamente sulle confezioni dei prodotti alimentari preconfezionati e altamente deperibili (carni e formaggi freschi, latte e latticini freschi, pasta fresca e all’uovo, prodotti ittici), seguita dalla dicitura “da consumarsi entro…”, che indica il termine entro cui la consumazione del cibo è assolutamente garantita.

Oppure la dicitura “da consumarsi preferibilmente”, seguita da una data precisa, riportata sulla confezione degli alimenti che sono conservabili per un periodo inferiore ai 3 mesi.

Compresa questa distinzione, si potrà avere più chiarezza su quando gettare un alimento scaduto o meno.

A questo punto, dove smaltire l’alimento scaduto?

In linea di massima, questo va gettato nell’umido o organico: qui finiscono gli scarti e gli avanzi sia che siano cotti sia che siano crudi ma anche scaduti e avariati, purché gettati senza involucro.

Inoltre, per questi rifiuti ricordarsi sempre di utilizzare non solo un sacchetto biodegradabile ma anche compostabile.

Non gettare invece liquidi scaduti (ad esempio di bevande) nell’umido.

In alternativa, si possono contattare diverse aziende che recuperano questi alimenti scaduti (ad esempio pasta, cibo preconfezionato e bevande alcoliche e non) per ottenere nuova energia grazie al compostaggio e al recupero energetico delle biomasse. Sebbene infatti questi alimenti non siano più adatti per il consumo umano, possono diventare una fonte di energia o un fertilizzante per terreni.

Quindi, sia che gli alimenti siano scaduti nel normale uso domestico, sia che invece siano scaduti presso una mensa, nella grande distribuzione, presso le industrie alimentari o le attività di vendita all’ingrosso o al dettaglio, sempre meglio informarsi sull’esistenza di queste aziende che si occupano di ricavare nuova energia proprio dal cibo che altrimenti andrebbe così “sprecato”.