Ci sono dei limiti legislativi per quanto riguarda l’inquinamento acustico? Talvolta, può capitare che, soprattutto nei condomini, ci siano delle regole da seguire. Non possiamo dunque ascoltare la musica o accendere la televisione a un rumore molto alto. Le conseguenze dell’inquinamento acustico possono riguardare persino i disturbi del sonno.

Inquinamento acustico: cos’è

Tutte le tipologie di inquinamento sono assolutamente da combattere. Tra le tante tipologie troviamo l’inquinamento acustico, ovvero la produzione di rumori molesti che può causare danni all’ambiente e agli esseri umani. La maggior parte della produzione di suoni molto alti deriva dagli impianti industriali, ferrovie, dalle auto e dagli aeroporti.

Per questo motivo, si è reso necessario salvaguardare la salute delle persone applicando una legge. Ci riferiamo all’articolo 844 del Codice Civile, che si esprime sui livelli di rumorosità e fissa dei limiti legislativi. Come si quantifica l’inquinamento acustico? Sul lungo termine, potrebbe causare un po’ di problemi alla nostra salute: alcuni casi, infatti, indicano perdita parziale o totale dell’udito.

Limiti legislativi dell’inquinamento acustico: cosa sapere

Bisogna considerare che ci sono dei limiti di accettabilità di rumore. Si stilano dei piani di zonizzazione acustica e di risanamento acustico in certi casi, per prevenire proprio i livelli di immissione e di emissione del rumore. Spesso, il governo ha stanziato dei piani di azione proprio per ridurre l’inquinamento acustico, introducendo i valori di qualità. Stando ai decibel, la soglia del dolore è oltrepassata nel momento in cui l’inquinamento acustico supera 130 dB. Per quanto riguarda i limiti internamente a una casa, sono fissati a 5 decibel di giorno e 3 decibel di notte.

La legge si esprime molto chiaramente a riguardo proprio per prevenire possibili problemi e per supportare l’ambiente e gli esseri umani. Non bisogna sottovalutare questa tipologia di inquinamento in quanto è dannosa per il nostro apparato uditivo.