“Ho deciso di non far pagare le bollette perche’, seppur si tratti di una storia tipicamente italiana, i cittadini devono pagare i servizi quando questi esistono e sono efficienti. Non ricevere l’acqua potabile credo sia una contraddizione. È per questo, allora, che ho ritenuto giusto scrivere ai cittadini utenti di sospendere il pagamento delle bollette fino a quando l’acqua potabile non ritorna”. Cosi’ Antonio Rosati, commissario straordinario Arsial, interpellato sulla sua decisione di sospendere le fatture nelle zone colpite dall”emergenza arsenico. 

“Il 18 marzo- prosegue- insieme al sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, sono andato all’assemblea pubblica a Tragliatella, zona di confine tra Roma e Fiumicino, perche’ era mio dovere incontrare i cittadini colpiti dall’emergenza. Voglio anche dire, pero’, che ho ereditato questo problema quasi decennale: gli acquedotti rurali in questione nacquero nel 1950 con la riforma agraria, e l’Arsial in tutti questi anni ha continuato a gestirli in maniera impropria. Fin dal 1999/2000, i Comuni avrebbero dovuto prendere in possesso questi acquedotti e trasferirli all’unica grande azienda efficiente, e in grado di poter gestire un ciclo complesso come l’acqua, che e’ l’Acea”.

“Come i cittadini sanno- aggiunge Rosati- non solo l’acqua non si puo’ bere da due anni, ma non si puo’ usare in nessuna forma, ne’ per lavarsi ne’ per cucinare. Probabilmente la gestione dell’ordinanza del sindaco Marino, seppur assolutamente opportuna, e’ stata un po’ caotica e forse andava preparata meglio, perche’ sulla questione c’e’ stato un certo allarmismo. 

Colgo allora l’occasione per ribadire che la zona interessata e’ molto delimitata: stiamo parlando di 480 utenze su Roma, 350 utenze sul comune di Fiumicino, 60 per Anguillara, 50 per il comune di Cerveteri e circa 40 per il comune di Sacrofano”. “In tutto avremo circa 5mila persone interessate a questo fenomeno. Naturalmente tutte hanno diritto all’acqua potabile e noi dobbiamo fare in modo che questo si realizzi. Sapendo anche, fortunatamente, che tutti questi cittadini- conclude Rosati- da due anni sulla bolletta dell’Arsial che gli arrivava in casa leggevano ”acqua non potabile””.