Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, con un’ordinanza datata 19 settembre ha accolto il ricorso presentato da alcune associazioni (LAV, WWF, Lipu, LAC e Enpa), bloccando temporaneamente l’esercizio venatorio sul territorio regionale fino al 2 ottobre.Un successo per le associazioni animaliste che hanno contestato le modalità di attuazione del calendario venatorio in assenza di un Piano Faunistico Venatorio. Il divieto in questione riguarda quaglie, merli, uccelli acquatici e molte altre specie, con eccezione di conigli, volpi e tortore. Le associazioni chiedono però alla Regione di sospendere tutte le attività per evitare i furbi che, dichiarandosi “non informati”, possano compiere atti di furbizia cacciando le specie non consentite.
Il TAR, oltre alla sospensiva, ha fissato per il giorno 12 dicembre l’udienza per la trattazione del merito, data in cui le associazioni ricorrenti chiederanno la riduzione della stagione, la sospensione della caccia alle specie in sofferenza e il divieto di caccia nei siti della rete Natura 2000.
In particolare le associazioni, in un comunicato stampa, chiedono che “la Regione Lazio si liberi da quella sudditanza nei confronti dei cacciatori che la caratterizza da ormai troppi anni e ponga il giusto accento sulla tutela della natura, che è un valore generale nettamente prioritario rispetto a interessi di parte quale quello, ad esempio, del sempre più sparuto mondo venatorio”.
Silvio Rossi
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