E’ da parecchi mesi che varie associazioni e comitati, Terra Nostra in prima linea, si battono contro la costruzione della centrale biogas di Cerveteri. Sabato scorso qualche centinaio di persone hanno sfilato con eloquenti cartelli alla mano dalla piazzetta di borgo del Sasso fino ai cancelli del cantiere di via Pian della Carlotta per ribadire il loro no all’impianto voluto da un’azienda agricola locale. “Vogliamo bloccare questo progetto perché nel comprensorio sussistono vincoli a carattere archeologico, protezione ambientale e idrogeologica – ha detto Francesco Di Giancamillo, presidente di Terra Nostra – l’agricoltura, i capi di bestiame e di conseguenza noi cittadini rischiamo l’avvelenamento perché la zona è ricca di falde acquifere. Inoltre si corre il rischio di un  eventuale ampliamento, considerato che l’impianto sorgerà nei pressi di una cava, per questi ed altri motivi vogliamo scongiurare un precedente che porterebbe all’irrimediabile trasformazione del territorio e dei comuni limitrofi”.
Contro la presa di posizione dei comitati cittadini ci sono però gli impegni internazionali assunti dall’Italia  nell’ambito dell’attuazione del protocollo di Kyoto che prevedono la necessità di favorire l’uso di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili “nel rispetto dei principi di sicurezza del sistema elettrico, con priorità di dispacciamento di tale energia”. Ma il braccio di ferro vero e proprio si è innescato tra le associazioni ambientaliste e gli enti ed amministrazioni, in particolare quella Provinciale, che hanno rilasciato i nulla osta e le autorizzazioni per la costruzione dell’impianto di potenza nominale di 1.000,00 kW.
In base alla Legge regionale 18/06 concernente “deleghe alle Province di funzioni e compiti amministrativi in materia di energia” e le successive modifiche alla L.R. 14/99 e s.m.i. “che assegna alle Province l’esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi attribuiti allo Stato concernenti il rilascio dell’autorizzazione”, il maggior ostacolo per i contrari alla costruzioni della centrale biogas è rappresentato dalla Provincia di Roma. Infatti il dipartimento Tutela aria ed Energia ha autorizzato il 27 ottobre 2011, con alcune prescrizioni, le opere di costruzione e l’esercizio dell’impianto dopo aver ricevuto il nulla osta e i consensi di massima dalla Regione Lazio area Conservazione e Natura, area Produzione energia, area Conservazione foreste, area Urbanistica, Arsial servizio patrimoniale, dalla Soprintendenza archeologica  (Mibac) e paesaggistica, dall’Enel e dal corpo nazionale dei vigili del fuoco.
In linea di massima l’intervento prevede la realizzazione di un impianto con diversi componenti aggiuntivi, tra i quali due fermentatori primari e uno secondario, una vasca di stoccaggio, una cabina di cogenerazione, delle strutture di servizio adibite ad ufficio, servizi, sala controllo e magazzino e tre trincee di stoccaggio della biomassa. Le strutture principali necessarie al funzionamento dovrebbero occupare una superficie complessiva di circa 1.586 metri quadrati.
“Con che coraggio si vuole costruire una centrale su un terreno particolarmente integro a vocazione agricola, caratterizzato da un’estensione collinare  e da aree seminative e di pascolo – ha detto Gina, una manifestante. E anche l’aspetto archeologico non è da sottovalutare, visto che “non troppo distanti in linea d’aria dal settore interessato si trovano un grandioso impianto termale di età romana  e la villa rustica di Casale Cesarini, entrambi scavati dalla Soprintendenza negli anni novanta”. 
Associazioni, comitati e liberi cittadini non sono comunque lasciati solo in questa battaglia. Con la deliberazione di giunta n. 140 del 30 settembre 2011 il Comune di Cerveteri si è espresso con parere negativo alla realizzazione dell’impianto per la vocazione turistica della zona prescelta.
“Un atto di mero indirizzo politico non essendo fondato su motivazioni che evidenziano elementi di natura tecnica tali da legittimare il rigetto dell’istanza” ha dichiarato il presidente della Conferenza dei servizi il 4 ottobre 2011, di conseguenza “visto che la società agricola ha ottenuto tutti i pareri favorevoli ad eccezione di quello del Comune di Cerveteri” la Conferenza dei servizi ha approvato il progetto “ai sensi del comma 6 bis dell’art.14 ter della legge 241/90 e dell’art.12 del D.Lgs 387/03”.
Nella sfilata di protesta di sabato c’era anche il neo primo cittadino di Cerveteri, Alessio Pascucci. “Abbiamo già sottolineato alla Provincia delle criticità per la costruzione della centrale – ha dichiarato il sindaco – se riceveremo risposte negative ci rivolgeremo al Tar”.