L’espressione da noi usata nel titolo, viene classificata come pratica negativa in avvenimenti calcistici; noi l’abbiamo invece utilizzata per significare con quanta decisione la Soprintendenza ai beni architettonici sembra si sia di recente rivolta al Comune di Anguillara perché provveda all’immediato ripristino e pulizia delle spiagge comunali.
Basta provare a passeggiare sulle nostre spiagge per rendersi conto dello “tsunami” che sembra aver colpito lungolago Belloni e quello Delle Muse. Non siamo riusciti ad andare a Martignano ma abbiamo la vaga sensazione che la situazione potrebbe essere simile.
Degrado, incuria, sporcizia, praticamente un totale abbandono: sono queste le caratteristiche delle spiagge di Anguillara che altrove, proprio perché rappresentano il biglietto da visita della città sarebbero sicuramente meglio curate, magari con sinergie tra pubblico e privato.
Ecco, nel caso di Anguillara è proprio da questo schizofrenico rapporto (probabilmente assente) tra pubblico e privato, che nascono i problemi degli arenili comunali.
Il 12 giugno del 2009 (leggi QUI articolo di riferimento) avemmo l’occasione di aggiornare la comunità sabatina circa lo stato di avanzamento del PUA (Piano Utilizzo Arenili). Sembrava cosa fatta ma evidentemente il nostro inguaribile ottimismo doveva ricevere l’ennesimo colpo dalla burocrazia. La stessa burocrazia che dato l’altissimo numero di attori chiamati a partecipare, si paralizza come sempre per l’incompletezza delle pratiche, per le molteplici competenze, per la mancanza di un ordine gerarchico ben definito, per gli innumerevoli passaggi di carte, etc etc etc. Intanto siamo alle solite, e le spiagge della città sembrano gestite da  titolari (?) solo quando c’è da “salassare” il turismo balneare. Nella stagione invernale invece, i “concessionari” si limitano a tenere occupati gli arenili con tutti i mezzi leciti e non (vedansi foto a corredo delle nostre osservazioni). A giugno del 2009 ci era stato detto che l’allora commissario prefettizio aveva anche definito un importo preciso quale canone di concessione e che la riscossione sarebbe spettata esclusivamente all’Amministrazione Comunale (finalmente un’entrata). Aveva altresì demandato alla stessa Amministrazione il compito di definire le modalità di riscossione di almeno cinque dei precedenti anni. Evidentemente questa decisione derivava dal fatto che il Commissario si era accorta che non tutti i “concessionari” erano in linea con i pagamenti. Probabilmente uno dei motivi per cui sembravano esistere dei crediti a favore  del Comune  derivava dal fatto che alcune concessioni erano solo “virtuali” e quindi per i suddetti concessionari era impossibile, pur volendo,  effettuare versamenti per mancanza di “riferimenti”. In assenza di questi ultimi inoltre, sarebbe forse interessante riuscire a sapere come i suddetti concessionari hanno finora pagato le imposte relative alla raccolta dei rifiuti che i loro clienti producono…!
Navighiamo nel campo delle ipotesi naturalmente e abbiamo inoltre scoperto che il bandolo della matassa sembra sia ormai introvabile per un insieme di storicità, abitudini, laissez-faire, opportunità politica, etc etc. etc.
Ci sarebbe da piangere di fronte a tanto “fumo”, ma la naturale positività di chi scrive riesce invece a trovare nell’attuale triste situazione degli arenili perfino materia di…sviluppo.
Crediamo infatti come cittadini, che il campo minato del Pua possa presto diventare un ottimo laboratorio per pesare le capacità dei candidati alle prossime elezioni, perché questa polvere nascosta per troppo tempo sotto il tappeto buono del salotto, non può più essere ignorata. E se per il ripristino alle cose originali si dovrà magari passare per azzeramenti a non tutti graditi, ce ne faremo facilmente una ragione: d’altra parte non esiste una legge che sia di conforto per tutti…
Possiamo forse accettare una sorta di diritto dinastico delle “concessioni” ma preferiremmo che le opportunità seguissero invece le logiche e le leggi del mercato. Non vogliamo entrare nelle normative che regolano il commercio, ma come osservatori crediamo fermamente ci sia da salvaguardare l’immagine della città e difenderne gli interessi economici, crediamo ci sia da proteggere gli imprenditori che sugli arenili hanno investito così come pure da proteggere eventuali iscritti a liste di attesa per nuove concessioni, e crediamo soprattutto ci sia  da tutelare, e non ci sembra poco, quel turismo che non sarà forse il più remunerativo per l’economia locale ma non per questo non debba meritarsi il massimo rispetto da parte dell’Amministrazione Comunale e di quella degli operatori locali.
Non conosciamo i termini di tempo imposti all’Amministrazione dalla Soprintendenza né tanto meno quelli necessari al Comando della Polizia Municipale per emettere e far rispettare la conseguente ordinanza, però sottolineiamo che l’estate è prossima e anche se solo alla fine di maggio avremo una nuova amministrazione, nessuno cerchi la scusa per non sanare una situazione che oggi punisce non solo la città ma soprattutto  i suoi ospiti.