Latte a lunga conservazione e succhi di frutta ma anche altri generi alimentari e bevande sono spesso contenuti nel tetrapak, un tipo di confezione che permette di conservarli per lungo tempo (senza dover ricorrere a conservanti aggiunti) e proteggerli da agenti esterni.

Che cos’è e come nasce il tetrapak?

Il tetrapak è l’idea geniale di un’azienda svedese, la Tetra Pak, fondata negli anni ’50 da Ruben Rausing. Rausing aveva il sogno di realizzare un contenitore con rivestimento plastico della carta. Così, fra il 1943 e il 1950 venne sviluppato il tetrapak, chiamato così perché nella forma ricorda appunto un tetraedro.

Nel 1952 apparve il primo esemplare per conservare il latte.

Il tetrapak, infatti, è un tipo di contenitore che si utilizza per conservare sia alimenti freschi (che vanno in frigorifero, come appunto il latte) sia cibi a lunga conservazione che possono essere tenuti in dispensa (ad esempio passata di pomodoro, salsa e così via). È un materiale realizzato a partire da diversi altri: per la maggior parte da carta che gli conferisce resistenza, stabilità e permette di poterci stampare sopra.

Accoppiati alla carta ci sono altri due materiali e cioè:

il polietilene, che protegge il contenuto dall’umidità;
l’alluminio, che preserva il sapore e i valori nutrizionali degli alimenti contenuti all’interno, proteggendoli da agenti esterni come ossigeno e luce

Sin dalla sua creazione, la Tetra Pak si è mostrata molto attenta alla questione ambientale: infatti, un altro punto di forza del tetrapak è che è riciclabile in ogni sua parte. La carta che si utilizza per realizzarlo è certificata FSC e deriva da legno e cellulosa che provengono da foreste certificate.

I polimeri impiegati derivano, invece, da canna da zucchero e non da combustibili fossili. Per l’assemblaggio delle varie parti non vengono utilizzati collanti chimici ma vengono effettuate lavorazioni a caldo.