L’acronimo dell’Enea ci svela che l’Ente, tra le altre cose, opera nel settore dell’Ambiente.
Evidentemente proprio a difesa dello stesso, nel 1981 viene costituita la Società Nucleco che si dice sia nata soprattutto per “gestire i rifiuti radioattivi di bassa e media attività”.  A chi scrive, chissà mai perché, il termine “radioattivo” piace molto poco soprattutto quando viene collegato con il termine “attivo”.
Quindi sappiamo che la Nucleco si occupa a livello nazionale di raccolta,  trattamento, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti radioattivi e speciali di origine industriale e ospedaliera
Si pensava che l’allocazione dei suddetti materiali fosse in qualche modo temporanea, ma una relazione redatta recentemente dall’onorevole Susanna Cenni sulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italia, e la mancanza di indicazioni precise circa il deposito “nazionale” definitivo delle pericolose scorie, ci ingenera il dubbio che presso la Casaccia questo tipo di rifiuti continueranno a “soggiornare” ancora per molto.
Una specie di conferma ce la fornisce un nostro lettore che ci invia copia di una “determinazione dirigenziale” R.U. 127 del 14/01/2013 (leggi QUI in formato pdf) all’oggetto della quale leggiamo “Autorizzazione per la costruzione di un nuovo impianto di trattamento e stoccaggio di rifiuti radioattivi presso l’insediamento produttivo dell’Azienda Nucleco sita in Via Anguillarese 301 – Roma”.
Evidentemente i “5 depositi della Nucleco che ad oggi ospitano poco più di 7 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, contenuti in circa 2500 fusti prodotti dagli anni ’90 e fino al 2009 (fonte Adnkronos)” non bastano più e quel deposito che doveva essere una sistemazione temporanea in attesa del sito nazionale (quello che a distanza di quasi 30 anni, ancora non è stato realizzato), non solo continuerà a vivere sul territorio, ma sarà implementato, ancora per diversi anni.
“Niente ottiene successo come l’eccesso” diceva Oscar Wilde e noi una volta tanto, non siamo per niente d’accordo con il poeta, aforista, scrittore, drammaturgo, giornalista irlandese, anzi!
La politica, lamenta nella sua relazione finale l’onorevole Cenni, sembra non interessarsi più di tanto del problema soprattutto in un momento come l’attuale, dove l’attenzione è evidentemente concentrata più sull’occupazione delle poltrone che non sulla salute dei cittadini… Ma questa non possiamo spacciarla come una novità!
Sempre secondo fonti Adnkronos, sembra che l’Ad della Nucleco, Emanuele Fontani, abbia recentemente dichiarato che “il deposito è un diritto degli italiani se gli italiani vorranno continuare a curarsi e curare alcune tipologie di tumore con sorgenti radioattive”. Il deposito quindi non deve essere visto come un male necessario cari concittadini, ma addirittura come un “diritto”!
Di tutto il contenuto della suddetat determinazione provinciale c’è solo un capoverso che ci affascina: “Avverso la presente autorizzazione è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. competente o, in alternativa, ricorso straordinario al Capo dello Stato, nel termine rispettivamente di sessanta e centoventi giorni di notifica del presente provvedimento”.
Essendo datata 14 gennaio per il TAR forse non c’è più tempo ma per rivolgersi al Capo di Stato forse sì. Qualcuno ne ha voglia?
Naturalmente la sicurezza degli impianti è fuori discussione, almeno a leggere le dichiarazioni delle parti interessate (lungi da noi provocare allarmismo o dubitare delle speciali attenzioni dedicate ai rifiuti del caso di specie), e anche se la scenografia offerta dai diversi capannoni non è il massimo per un territorio a vocazione turistica, la popolazione non deve preoccuparsi, anche perché la Prefettura di Roma ha predisposto un “Piano di intervento Nucleco Spa” (leggi QUI copia in pdf), all’interno del quale si legge ad esempio: “L’area si presenta prevalentemente industriale, con scarse abitazioni civili (…)” e anche “all’interno della zona presa in considerazione sono altresì situati un poliambulatorio, una parrocchia, un asilo nido, una scuola elementare (…)”.
Va beh, agli impianti e ai magazzini di stoccaggio non succede niente, ma se succede? Nessuna paura, basta leggersi l’allegato 2 che riguarda “l’informazione preventiva alla popolazione”…
Ammesso poi che le abitazioni civili in località Osteria Nuova siano scarse, qualcuno sembra dimenticare che a due passi dall’Enea c’è anche un insediamento urbano chiamato Anguillara e che forse non viene citato perché diversamente afferente alla città di Roma competente solo su Osteria Nuova (nel piano di intervento formalizzato dal Prefetto, diversi sono i soggetti coinvolti, manca il Comune di Anguillara ritenuto evidentemente fuori dal territorio  Enea – sic!).
Chi dovesse quindi decidere di scegliere Anguillara come sua dimora, è bene che sappia che oltre al lago troverà una serie di offerte ambientali cui non potrà più rinunciare: onde radio a go go, arsenico nell’acqua e tonnellate di rifiuti “diversamente sani”.
Non male, proprio non male per questo territorio.