WTO: LEGAMBIENTE, NO ALLE LIBERALIZZAZIONI, SI’ ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE, ANCHE NEL LAZIO VASTA MOBILITAZIONE PER GIUSTIZIA NEL COMMERCIO.  E Vertice Copenhagen non sia un’occasione sprecata.

 
Oggi giornata di mobilitazione da parte di Legambiente contro l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), per dire no alle liberalizzazioni, e ribadire le ragioni dello sviluppo sostenibile, anche in vista del summit di Copenhagen di dicembre sui mutamenti climatici. Numerose le iniziative, anche nel Lazio, da cui è partito l’appello per la giustizia nel commercio, Dal convegno sui rifiuti organizzato a San Lorenzo, nella Capitale, passando per i quattro appuntamenti della Festa dell’Albero di Tor Bella Monaca, Castelnuovo di Porto (Rm), Collefiorito (Rm) e Monte San Biagio (Lt), fino al convegno di Anagni (Fr) sull’inceneritore Marangoni.
 
A dieci anni da Seattle, e dalla nascita dei movimenti contro l’eccessiva liberalizzazione in molti settori dell’economia che riguardano da vicino i diritti delle persone e dei popoli, Legambiente torna dunque a mobilitarsi insieme a Fair ed Arci. E lo fa in concomitanza con il Vertice del WTO di Ginevra, che da lunedì 30 novembre, fino al 2 dicembre, proverà a rilanciare l’Agenda di Doha e a dare nuovo impulso al processo di liberalizzazione, avendo come tema centrale l’agricoltura ed il tentativo di trasformarla da fonte di ci bo a fornitrice di prodotti.
 
“Dieci anni dopo Seattle la situazione non è ancora cambiata e siamo ancora di fronte ad un sistema economico che mette i profitti davanti ai diritti delle persone e dell’ambiente e dove persino il cibo diventa oggetto di speculazione finanziaria – ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della Segreteria nazionale di Legambiente, che seguirà i lavori della Ministeriale del WTO e parteciperà alla grande manifestazione di oggi pomeriggio a Ginevra-. Per questo torniamo a mobilitarci, a proporre un diverso modello di sviluppo, che sia sostenibile ed equo per tutti, contro un sistema che condanna alla fame oltre un miliardo di persone. Una tendenza che verrà ancor più confermata dal disastro climatico a cui stiamo assistendo, che porterà ad un drastico cambiamento della produttività agricola in Paesi in cui si soffre già la fame, nonché all’aumento dei profughi ambientali. Per questo chiediamo con convinzione il blocco di qualsiasi negoziato Wto che parli di liberalizzazione del mercato agricolo e dei servizi essenziali e che il vertice di Copenaghen non sia un’occasione sprecata, bensì un passo importante verso accordi per politiche di responsabilità globale di mitigazione ed adattamento davanti al cambiamen to climatico”.
 
Legambiente chiede ai cittadini di sostenere la mobilitazione, firmando l’appello “A Ginevra fuori l’agricoltura dalla Wto!” da inviare al Ministro Frattini, al Ministro Zaia ed al Viceministro Urso cliccando sul sito www.faircoop.net/faircoop, e partecipando alla mobilitazione organizzata per il prossimo 12 dicembre, Giornata Mondiale in difesa per il clima. Sullo stesso sito è possibile scaricare anche banner e vola ntini da personalizzare e documenti per approfondire e consultare l’aggiornamento in continuo su tutto ciò che avviene a Ginevra, fuori e dentro la Ministeriale Wto.
 
Nello specifico Legambiente, all’interno della coalizione Help Local Trade (www.helplocaltrade.org) ed in collaborazione con Fair ed Arci, in concomitanza con l’odierna mobilitazione, chiede il blocco di qualsiasi negoziato Wto che parli di liberalizzazione del mercato agricolo, dei servizi essenziali, il divieto specifico per qualsiasi sovvenzione all’esportazione e la trasformazione di ogni sussidio pubblico in un esplicito sostegno alle produzioni di piccola scala, sostenibili ed attente al territorio; la fissazione di paletti e di politiche positive nella produzione e nella distribuzione, per concentrare risorse su filiere trasparenti, eque e sostenibili, capaci di promuovere la sovranità alimentare, la tutela dell’agricoltura familiare e quella dei beni comuni; la focalizzazione delle scelte economiche e di investimento verso la promozione e l’uso di energie sostenibili a discapito di negoziati commerciali ed accordi che promuovono produzioni ad alto consumo energe tico, ridirezionando gli sforzi e molte delle risorse pubbliche già allocate su risorse energetiche realmente pulite, rinnovabili, controllate dalle comunità locali sulla base del principio della sovranità energetica.