Così come aveva dichiarato alcuni giorni fa l’assessore Andrea Piccioni, ieri nei giardini di Via Aloisio Anguillara è cominciata la guerra al “punteruolo rosso”. Purtroppo per sei palme, contrassegnate da una “x verde” non c’è più nulla da fare e ne è stato deciso l’abbattimento.
Sul posto abbiamo incontrato Stefano Michelangeli titolare della ditta “Myoporum” incaricata dal Comune e a lui abbiamo rivolto alcune domande.
Che cos’è che ha scatenato questa emergenza?
“Il problema è rappresentato dall’aggressione che le palme ‘Phoenix canariensis”’  stanno subendo da parte del ‘rhynchophorus ferrugineus”’ volgarmente chiamato ‘punteruolo rosso’. Si ratta di un coleottero curculionide”.
Da dove arriva?
“Sicuramente dai paesi caldi, medio oriente e Africa. L’esigenza di ‘pronto effetto’, cioè di arredare giardini con esemplari già cresciuti, ha creato un’importazione di piante già infettate da questo parassita, evidentemente eludendo le norme fitosanitarie”.
A parte le sei palme che abbatterete, qual è la situazione delle altre palme del giardino della Rimembranza?
“Da terra la situazione sembra buona. Una successiva verifica  ‘in quota’ dell’apice vegetativo ci potrà confermare o meno l’ipotesi di poter salvare le altre sedici”.
Che tipo di profilassi intendete attuare nei confronti delle piante ancora apparentemente salvabili?
“C’è da dire che  la rasatura del tronco e la rifilatura della coppa attirano a livello olfattivo il parassita. Noi in settimana prima di tutto procederemo alla rimozione delle foglie secche anche per una questione di sicurezza. Seguirà una terapia d’impatto con una doccia dall’alto di 60/70 litri ad alta concentrazione di insetticida per colpire i parassiti che si trovano sull’apice e tra le foglie della pianta. Per quelli presenti più in profondità useremo invece una macchina a pressione controllata, in modo da non danneggiare i vasi linfatici: spareremo cioè una soluzione insetticida dal basso della pianta che nel giro di una settimana arriverà in quota”.
Quante speranze ci sono di poterle salvare?
“Per le condizioni delle palme che osserviamo da terra, credo poter ottimisticamente contare su un buon 90% di possibilità”.
Delle palme che avete dovuto abbattere cosa ne farete?
“Per l’abbattimento e lo smaltimento delle palme ammalate c’è una procedura molto fiscale imposta dalla regione Lazio.
Si comincia ad esempio dalla predisposizione di teli sul terreno dove cadrà la pianta, per impedire che larve e adulti si disperdano intorno. Tutte le foglie, la coppa e il tronco vanno poi smaltiti in discariche autorizzate utilizzando dei particolari accorgimenti durante la fase del trasporto. Tra l’altro c’è l’obbligo di informare la regione di ogni abbattimento causato dal ‘punteruolo rosso”’per poter procedere ad un’analisi di perimetrazione. In altre parole, c’è la necessità di individuare e censire le aree aggredite da questo tipo di parassita che seppur non in grado di volare per lunghi tratti, ha la terribile caratteristica di ‘colonizzare’ e diffondersi su ampie superfici in tempi relativamente brevi”.
Quanto tempo prevedete di impiegare per bonificare questi giardini?
“Ci sarà bisogno di 7/10 giorni lavorativi, tempo permettendo. Una volta effettuato l’abbattimento e la ‘rimonda’ (pulizia – ndr ) delle foglie secche, inizieremo la terapia da terra; per la doccia dall’alto invece, potremo procedere solo se avremo buone possibilità che non piova per due o tre giorni”.
All’interno di una pianta delle dimensioni di quelle presenti nei giardini di Via Aloisio, quanti parassiti possono trovarsi?
“Con un grado di infestazione medio, tra neanidi,  bozzoli e coleotteri adulti si possono trovare circa duecento parassiti. Questi attaccano la palma da tre punti diversi: dall’apice centrale, dalle coppe laterali e dal tronco che viene perforato dall’adulto per deporre le uova. Da queste, alla loro schiusa,  si producono piccoli bruchi che per nutrirsi distruggono i vasi linfatici provocando il danneggiamento della pianta”.
Se qualche cittadino ha il dubbio che anche le sue palme possano essere infestate dal “punteruolo rosso”, come si deve comportare?
“L’unico modo per tentare una verifica è di andare in quota, e senza una attrezzatura idonea diventa abbastanza difficile. D’altra parte da terra è quasi impossibile capire se la pianta è ammalata, e quando le foglie collassano è ormai tardi per tentare qualunque terapia, parliamo in questi casi di meno di un 5% di possibilità di salvarla. Si può fare opera di prevenzione con ottime possibilità di successo, perché purtroppo le cure non danno molta garanzia di successo e in quel caso non resta che l’abbattimento”.

Chi volesse ulteriori informazioni può rivolgersi a: Myoporum – Centro di giardinaggio e disinfestazioni – Via Casal Sant Angelo 7 – Km 15,400 – 00061 Anguillara S. – tel  06 9981113 cell 334 6030911 –myoporum@tele2.it