La raccolta dei rifiuti e la loro gestione è costantemente sulle pagine di parecchi quotidiani. Nel Lazio la situazione non si può certo definire ottimale, forse per la troppa fretta con cui si è cercato di gestire il problema. Anche noi torniamo sull’argomento incontrando l’Assessore all’ambiente avvocato Andrea Piccioni.

“La Tarsu è calcolata solo sui metri quadrati di un appartamento indipendentemente dagli utenti che la abitano ; la Tia introduce altri parametri di calcolo, ed è il nuovo sistema di finanziamento comunale della gestione dei rifiuti e della pulizia degli spazi comuni introdotto nel 1997 dal decreto Ronchi, il quale aveva ed ha  l’obiettivo di far pagare agli utenti esattamente per quanto usufruiscono del servizio (nel modo più preciso possibile)”.

I Comuni italiani non sembrano essere tutti allineati per quanto riguarda i criteri in base ai quali viene fatto pagare ai cittadini il servizio di smaltimento dei rifiuti. Alcuni applicano la Tarsu (tassa sui rifiuti solidi urbani), mentre altri utilizzano la Tia (tariffa di igiene ambientale). Secondo Lei Avvocato, qual è la soluzione migliore?
“Mentre la prima calcola la spesa in maniera abbastanza drastica, basandosi esclusivamente  sui metri quadrati dell’area abitabile, la seconda prevede il pagamento di una tariffa  fissa corrispondente ai metri quadrati dell’area abitata ed una tariffa variabile corrispondente alle persone che la abitano, che tiene conto dei rifiuti effettivamente prodotti. In entrambe le ipotesi vi sono delle forme di sconto per gli utenti a seconda del tipo di attività svolta, se vengono utilizzate delle compostiere domestiche ecc., comunque nella maggior parte dei comuni della Provincia di Roma sembra prevalere la TARSU, anche perché si stanno trovando gli accorgimenti per adeguare la TIA alla raccolta differenziata cd. ‘ porta a porta’”.

Sembra che una certa matassa si sia finalmente dipanata: secondo la Corte costituzionale, sia la Tarsu sia la Tia sono imposte, e quindi chi pagato l’Iva sulla tassa rifiuti, può chiedere il rimborso. Anche se sembra che il caso non riguardi Anguillara, E’ un’informazione giusta?
“Sono a conoscenza della Sentenza della Corte Costituzionale, che ormai è divenuta un cavallo di battaglia del partito de La Destra in tutti i Comuni che hanno applicato l’IVA su TIA e TARSU, ciò non è accaduto ad Anguillara, almeno per quanto mi risulta dopo essermi confrontato con i responsabili dell’area Tributi del Comune, poiché l’IVA non è mai stata applicata nelle richieste di pagamento”.

Il nostro giornale viene letto anche in altri comuni che magari vivono problemi diversi, da avvocato ci può dire come si può chiedere il rimborso?
“Per ottenere il rimborso (limitato alle fatture degli ultimi 10 anni), esiste un modulo specifico  (vedi allegato scaricabile – ndr) che aiuta l’utente nella sua richiesta, ma ripeto, non è il  caso di Anguillara”.

Qualche informazione in più?
“Prima di compilare il modulo, bisogna innanzi tutto verificare sulle fatture degli ultimi 10 anni se l’Iva è stata applicata. In questo caso, cioè se l’utente l’ha versata, bisogna allegare al modulo le copie delle fatture ed elencare gli importi nella tabellia riepilogativa che si trova all’interno del modulo stesso”.

Perché ha parlato di fatture solo degli ultimi 10 anni?
“Perché il termine per la prescrizione relativa alla richiesta di rimborso dell’Iva è di 10 anni. Questo termine può essere interrotto inviando a richiesta con raccomandata di ricevuta di ritorno, meglio se si utilizza  il modulo allegato”.

Se nel corso degli ultimi dieci anni è cambiato il gestore?
“In questo caso si dovranno inviare due richieste separate per i due periodi di competenza”.
Entro quanto tempo il Comune o l’ente a cui si è pagata l’IVA devono rispondere?
“Il comune o gli altri enti a cui è stata pagato la Tarsu hanno 90 giorni per rispondere alla richiesta di rimborso. Se non lo fanno vale il principio del ‘silenzio diniego’, in altre parole è come se rispondessero che non intendono effettuare il rimborso”

A questo punto, cos’altro si può fare?
“Se non viene riconosciuta la sentenza della Corte costituzionale, si dovrà allora presentare un ricorso alla commissione tributaria provinciale. Si può ricorrere singolarmente se  il valore della causa è inferiore a 2.582,28 euro, altrimenti, per importi superiori  è purtroppo necessario farsi rappresentare da un legale.  Per fare ricorso ci sono 60 giorni di tempo dal momento in cui si riceve la risposta negativa dell’ente, oppure dal termine dei 90 giorni dalla presentazione della richiesta di rimborso”.

Un’ultima battuta per concludere?
“Non ci può essere gestione efficiente dei rifiuti senza la collaborazione di tutti i cittadini. Rinnovo pertanto l’invito a tutti i cittadini di Anguillara a collaborare con il Comune, con educazione civica e sollecitando agli incaricati eventuali malfunzionamenti o problemi riscontrati, al fine di eliminare definitivamente così i rifiuti dalle strade, le discariche a cielo aperto e l’accumulo di rifiuti nello stradello di accesso all’isola ecologica che, sebbene non sia a norma, è comunque il fulcro della raccolta differenziata”.