“La Riserva Naturale Monterano, istituita nel 1988, tutela uno degli angoli più rappresentativi ed intatti della Tuscia Romana, tra i Monti della Tolfa e i Monti Sabatini, tutelati da un’altra area protetta. La Riserva Naturale, oggi meta di migliaia di visitatori…”
Recita così il sito della Riserva Naturale Monterano, angolo di paradiso situato in quel di Canale a neanche 50 km da Roma. Peccato che queste migliaia di visitatori a Monterano siano spesso lasciati liberi di fare ciò che vogliono, nel totale disprezzo delle elementari regole giuridiche, di civiltà e sicurezza.
Provate a farvi una passeggiata, magari di domenica mattina, e vi si presenteranno davanti scene surreali. Chi scrive c’era domenica scorsa, giornata uggiosa, e ha documentato quello che succedeva: turisti che scavalcano i paletti messi a sbarrare l’ingresso del Convento di San Bonaventura per aggirarsi indisturbati all’interno, noncuranti del rischio crolli che pesa sulle loro teste.
Poco oltre bambinoni troppo (poco) cresciuti giocavano a scalare la facciata del Castello per poi chiedere all’amico la foto di rito. “Ce vorrebbero le scarpe da trekking, che co’ queste ce se arrampica male” gridava soddisfatto il romano sbarcato al paesello una volta arrivato sulla sommità della Fontana del Bernini.
Ma non sono solo i turisti a usare la Riserva Naturale come se fosse Gardaland, o Cinecittà. Il Pianoro di Monterano, usato qualche settimana fa per le riprese di una fiction sulla Seconda Guerra Mondiale (ricordate il nostro articolo sui Pungitopo estirpati e messi a essiccare al sole e il chiodo piantato su una parete della Chiesa di San Rocco?) è ridotto come potete vedere: una specie di pista da motocross perché la casa cinematografica ha pensato bene di fare il suo lavoro per lasciare poi a qualcun’altro (Comune? Riserva?) il disturbo rimettere a posto la situazione.
Insomma, nella “Riserva delle libertà” tutto è possibile. Provare per credere.
Alessandro Bettarelli
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