E’ arrivato il caldo, è arrivato all’improvviso e forte come nel cuore dell’estate. E insieme al caldo è arrivata una consuetudine che ogni anno mi auguro di non vedere e che puntualmente si ripete: lo spreco dell’acqua. Girando tra le strade di Anguillara infatti è possibile notare a tutte le ore persone che innaffiano il giardino, persone che lavano l’auto, persone che lasciano rubinetti e fontanelle aperti (si notano i rivoli uscire dai cancelli).
Mi chiedo: possibile che dopo tanti anni di sensibilizzazione, mediatica e non, c’è ancora chi non ha compreso il valore dell’acqua? Neanche il livello del lago che scende sempre di più allarma questi miei concittadini.
Parlando di questo argomento con amici, spesso mi sento rispondere: “Io non consumo acqua, ho il pozzo”. Ora, io non sono un’esperta del settore, ma conosco un minimo di geografia del territorio in cui vivo e so che Anguillara è baciata dalle grazie, nel senso che oltre ai due laghi ha la fortuna di avere una abbondante falda acquifera sotto di sé. La falda in questione è anche vicina alla superficie, e per questo facilmente raggiungibile dai pozzi. Ma se nulla succedeva quando il paese era animato da 3.000 abitanti, oggi che siamo circa 20.000 ed i pozzi si sono moltiplicati la natura ne risente. Anche il problema dei residui fissi della fonte Claudia, che sono diventati elevati, dovrebbe costituire un campanello di allarme: con la diminuzione dell’acqua, infatti, aumentano i residui.
In conclusione, quando apriamo i rubinetti accendiamo anche la mente. Bastano pochi accorgimenti per evitare gli sprechi: innaffiare la sera, o meglio ancora, la notte; chiudere sempre i rubinetti quando non si stanno usando; utilizzare lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico; evitare di lavare l’auto se proprio non è indispensabile. Piccole attenzioni da parte nostra, grandi risultati per il posto in cui viviamo.
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