Una settimana fa avevamo scritto di come la Riserva Naturale Monterano facesse, da ormai qualche settimana, da sfondo all’ambientazione di un film ambientato durante la Prima Guerra Mondiale: “L’ultima trincea”, il nome della fiction.
Visitando il set all’aperto avevamo notato varie cose che, purtroppo, ci erano piaciute poco.
Sul pianoro di Monterano, una distesa di alberi estirpati, chiaramente secchi, ma anche (alla base di essi) due piante di Pungitopo ancora verdi. Poco più avanti, adiacente al Castello, avevamo inoltre scoperto che nella parete sinistra della Chiesa di San Rocco, generalmente chiusa per pericolo di crolli strutturali e concessa con un’ordinanza in deroga, qualcuno aveva piantato un chiodo per esigenze puramente “sceniche”.
Torniamo sul set una settimana dopo, domenica scorsa, per vedere se qualcosa è cambiato e se il nostro servizio ha mosso le autorità competenti ad un controllo. La situazione ci sembra subito diversa. Al cancello d’ingresso un signore ci suggerisce gentilmente di stare attenti a buche e fili elettrici in giro. Ringraziamo del consiglio e proseguiamo.
Poco più avanti incontriamo un gruppetto di turisti, guidati dal sindaco di Canale, Marcello Piccioni, che li accompagna in visita guidata. E bravo sindaco.
Arriviamo sul pianoro e subito la prima triste costatazione: gli alberi secchi sono stati spostati, ma le piante di Pungitopo sono ancora alla loro base: secche. Peccato davvero, con un po’ più di impegno si sarebbero potute salvare.
Proseguiamo verso il castello e ci accorgiamo della presenza di un altro custode che, in macchina, sorveglia il pianoro e il Convento di San Bonaventura: bene, due son meglio che uno. Ancora pochi metri e, proprio alla base della Fontana del Leone… un altro sorvegliante! Ma come si dice? Meglio troppi che pochi, no?
Arriviamo all’altezza della deliziosa Chiesa di San Rocco e ci accorgiamo che questa zona è stata ormai abbandonata dalla troupe. Entriamo e, nella parete laterale di sinistra, appuriamo che lanterna e chiodo sono stati rimossi, prova inconfutabile che qualcuno ce li aveva però piantati…
Torniamo indietro e, sopra le nostre teste, qualcosa si agita e grida. Si tratta di un signore che, in barba ai divieti, è salito sulla balconata del Castello per ammirare il panorama. Nel frattempo due bimbe giocano sulla scalinata di accesso al castello, anch’essa chiusa da un cancello di ferro per evitare incidenti e danneggiamenti alla struttura. Il bello è che il custode è a pochi metri, ma sembra non interessarsi della cosa.
Vorremmo segnalare il fatto a qualcuno, ma escluso i custodi, che però sembrano poco interessati, non troviamo nessuno a cui rivolgerci. Dei guardaparco nemmeno l’ombra, ma forse, in periodo di tagli alla spesa pubblica, del nostro patrimonio storico-artistico se ne occupano i sorveglianti di una casa di produzione cinematografica.
Alessandro Bettarelli
[foldergallery folder=”cms/file/BLOG/107/” title=”107″]
Commenta per primo